Il 1° maggio al tempo del coronavirus

Tra i tanti pezzi della nostra vita, delle nostre abitudini che questa epidemia ci sta rubando ci saranno anche le tradizionali celebrazioni per la festa dei lavoratori. Ovviamente non si potranno fare iniziative pubbliche, e sarà la prima volta dalla fine della guerra!  
Sarà una rinuncia molto sofferta per la nostra gente che è abituata a festeggiare con la dovuta importanza questa festività civile, così come è stato per il 25 aprile. Probabilmente qualche momento celebrativo verrà realizzato, anche con l’aiuto dei nuovi mezzi di comunicazione che ormai abbiamo imparato ad usare, ma nessun evento virtuale potrà sostituire la partecipazione alle tradizionali manifestazioni nei paesi, o al corteo di Reggio Emilia. Ci mancherà la bellezza di ritrovarci con in mano un garofano rosso ad ascoltare la banda che suona i “nostri” inni.

Comunque invito tutti, il 1° maggio, a trovare il modo di celebrare la nostra festa per i valori che ha, quei valori in cui ancora crediamo e che, anzi, ci serviranno in futuro per costruire una società dopo-covid più giusta ed inclusiva, basata sul valore del lavoro; un lavoro per tutti, più sicuro e dignitoso.Ma c’è una ragione in più quest’ anno per celebrare la festa dei lavoratori: in questi mesi i più colpiti dal virus, quelli che ci hanno lasciato, sono i nostri anziani.

Proprio quella generazione di donne e uomini, usciti dalla guerra poco più che ragazzi, che si rimboccarono le maniche e con un duro lavoro hanno ricostruito il Paese e dato un futuro migliore alle loro famiglie ed alla nostra comunità. Quelli che ci hanno garantito 75 anni di progresso sociale, di sviluppo e di poter vivere una vita più serena di quella che hanno vissuto loro.

È a queste persone, al loro esempio e al loro ricordo che invito tutti voi a dedicare un pensiero speciale il prossimo 1° maggio.

Matteo Alberini,
Segretario provinciale SPI-CGIL Reggio Emilia